Mille oggetti connessi ora, che l’anno prossimo potrebbero quadruplicare.
Internet delle cose per WebRatio non è il futuro ma già realtà, con lo spin off del Politecnico di Milano a sperimentare una crescita esponenziale in questa area di business. «Per noi – spiega l’ad e co-fondatore Stefano Butti – al momento vale il 10% dei ricavi ma vediamo uno sviluppo rilevante: lo scorso anno siamo partiti con cinque clienti, ora sono 20, l’anno prossimo ne prevediamo il doppio. Costruttori di caldaie o forni industriali, frigoriferi o pompe ad immersione. E poi etichettatrici, serrature, macchine per gelato. Aziende impegnate qui non tanto a rendere “smart” la produzione ma soprattutto ad inserire dosi crescenti di intelligenza nei prodotti finiti. Il produttore di pompe, ad esempio, vende un nuovo servizio, dotando i propri apparati di rilevatori in grado di comunicare in tempo reale l’arrivo del liquido oltre il livello di guardia.
Il costruttore di caldaie, che lancerà il servizio nella prossima fiera di settore, sta invece collegando i propri prodotti per consentire una manutenzione più agevole ai propri centri servizi.
Chi produce forni industriali, inoltre, ha sviluppato un algoritmo per ottimizzare consumi e prestazioni di panetterie e supermercati: collegando i prodotti in rete è in grado di allertare i clienti e consigliare utilizzi diversi e più efficienti. Dati che attraverso la piattaforma sviluppata da WebRatio sono trasferiti ai clienti in tempo reale, permettendo loro di effettuare controlli e verifiche, così come l’attivazione dei servizi previsti.
«Si tratta in molti casi di esperienze ancora embrionali – spiega Butti – ma vediamo sul mercato un grande fermento, una voglia di differenziarsi dalla concorrenza. Finora si è parlato molto soprattutto di impianti connessi ma è attraverso il collegamento in rete dei prodotti finiti che è possibile aggiungere dosi di servizio aggiuntive. Che qualcuno sta già cominciando a farsi pagare».
Nata nel 2001 come spin off del Politecnico di Milano, WebRatio è attiva nello sviluppo di applicazioni web e mobile, fattura 3,5 milioni di euro e in Italia ha 45 addetti, che salgono a 70 con le sedi estere. «Stiamo continuando ad assumere – spiega l’imprenditore – e ogni 2-3 mesi abbiamo posizioni aperte per sviluppatori software, che tuttavia fatichiamo a reperire sul mercato».
Difficoltà minori invece dal lato dei clienti, che per le applicazioni Iot dovrebbero più che raddoppiare il prossimo anno. Con un effetto leva rilevante sul business, dato che per WebRatio il volume d’affari è anche legato al numero di oggetti connessi. Attualmente un migliaio, con prospettive di sviluppo esponenziali al diffondersi dei nuovi prodotti “smart” sul mercato.
[Fonte Il Sole 24 ore – 5 settembre 2017]