Il segmento dei servizi sul cloud di Microsoft è in forte crescita e ha generato ricavi per 6,8 miliardi USD l’ultimo trimestre
Dalla vendita di hardware e licenze software al mercato da 4.500 miliardi di dollari della «trasformazione digitale»: l’insieme di innovazioni abilitate dalle tecnologie cloud, i sistemi di archiviazione e trasmissione dati, come l’intelligenza artificiale e le soluzioni di internet of things. Microsoft, la multinazionale di Redmond guidata oggi da Satya Nadella, ha scelto il palco del suo
evento annuale Inspire per ribadire un cambio di rotta improntato da tempo.
Il segmento dell’intelligent cloud, che include servizi come la piattaforma Azure, è cresciuto fino a generare ricavi per 6,8 miliardi di dollari (+11%) nell’ultimo trimestre del 2017. L’intenzione è di aumentare ancora i margini e centrare l’obiettivo di un run rate (performance annua) di 20 miliardi di dollari nel 2018, spingendo sulla clientela business e su un network di partner che conta già 64mila imprese nel solo circuito cloud.
Va in questa direzione anche uno degli annunci più significativi emersi dall’evento, in chiusura oggi a Washington: il lancio di Azure Stack, un’estensione della già citata Azure che apre le porte al mondo dell’hybrid cloud (cloud ibrido) e pone una sfida diretta ai servizi messi in piedi da concorrenti del calibro di Amazon Web Services e Google. Il servizio farà il suo debutto in collaborazione con partner come l’azienda cinese Lenovo e l’americana Dell Eme, rinforzando l’idea di una strategia sempre più
orientata a pacchetti competitivi per il B2B.
Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, conferma il «cambio di passo» traghettato da Nadella. «Il cloud è importantissimo. Siamo un’epoca in un cui i dati stanno diventando fondamentali per avere un business solido. Le aziende che investono in dati fanno più profitti e creano più valore».
La «rivoluzione» ribadita a Washington passa, però, anche da un’ondata di tagli che colpirà quasi il 10% di una divisione Sales da 50 mila unità.
«Non è – dice Purassanta – una questione di contrazione, abbiamo riallineato l’organizzazione. Si investe in meccanismi centralizzati in alcuni paesi e si tolgono alcuni profili in altri».
[Fonte il Sole 24 Ore / 13 Luglio 2017]