La rivoluzione dell’intelligenza artificiale rischia di provocare la Terza guerra mondiale. A lanciare questo allarme è stato Jack Ma, il fondatore di Alibaba, parlando con la televisione «Cnbc» durante la conferenza Gateway 17 a Detroit.
L’automazione, secondo l’imprenditore cinese, è in generale una grande opportunità: «Io penso ha detto che nei prossimi trent’anni la gente lavorerà solo per quattro ore al giorno, forse quattro giorni la settimana». I trasporti diventeranno ancora più rapidi e facili, e se oggi in media le persone visitano una trentina di luoghi nella
loro vita, presto diventeranno almeno trecento.
Questa trasformazione epocale, però, porterà con sé un prezzo:«Dobbiamo prepararci ora, perché i prossimi trenta anni saranno dolorosi». Jack Ma ha spiegato così il suo ragionamento: «La prima rivoluzione tecnologica causò la Prima guerra mondiale. La seconda creò le condizioni per la Seconda guerra mondiale. Ora stiamo vivendo la terza rivoluzione tecnologica, con le macchine basate sull’intelligenza artificiale che eliminano posti di lavoro, e ciò rischia di provocare tensioni capaci di portarci verso la Terza guerra mondiale».
Il fondatore del più grande mercato digitale cinese ha avvertito che «bisogna riparare il tetto prima che si rompa, e quando vedi un problema in arrivo devi prepararti. Questa è la ragione per cui viaggio in tutto il mondo: cerco di spronare i governi ad agire, perché devono farlo subito, se vogliono evitare questa catastrofe».
L’elemento centrale della sua analisi è il lavoro, che richiede due tipi di interventi: primo, l’istruzione, che deve mettere i cittadini del futuro in grado di fare i mestieri del
futuro, e quindi avere la flessibilità necessaria per adeguarsi ai cambiamenti nel mercato; secondo, il commercio, che deve essere aiutato a facilitato il più possibile, proprio per dare a tutti i mezzi per partecipare: «Quando il commercio si ferma, cominciano le guerre».
Così Jack Ma prende una posizione netta a favore della globalizzazione, che lo mette in linea con le posizioni prese da Pechino, ma potenzialmente in contrasto con il nazionalismo economico e l’antiglobalismo portato alla Casa Bianca da Trump e dal suo consigliere Steve Bannon.
Il fondatore di Alibaba ha incontrato il presidente a gennaio e si è impegnato a creare un milione di posti di lavoro negli Usa entro 5 anni. Come? Offrendo una piattaforma digitale che consenta anche alle piccole imprese di vendere i loro prodotti ovunque, e quindi allargando a tutti i vantaggi della globalizzazione. Quanto
all’intelligenza artificiale «non dobbiamo creare macchine che si comportano come gli umani, ma che fanno ciò che gli umani non possono o non vogliono fare. Le macchine non potranno mai sostituire la nostra saggezza, gli umani vinceranno»
[Fonte La Stampa – 23 giugno 2017]