Il modello degli Istituti tecnici superiori (Its) funziona e i suoi diplomati vanno a ruba, tanto che ora il governo ne vuole il doppio. Sono gli studenti con il maggior indice di occupazione a 12 mesi dalla fine del biennio (79,1%) e con l’impiego più coerente con la specializzazione presa (87,5%). Oggi sono 8.500 gli iscritti ai 93 Its presenti sul territorio, che sono scuole terziarie professionalizzanti ad alto contenuto tecnologico, e 6300 i diplomati, mai numeri sono in crescita.
Nel 2017 gli iscritti sono aumentati del 36,3% rispetto al 2015, con 2374 studenti che hanno scelto questa specializzazione post diploma, nata nel 2011 dalla partnership tra industria, istituti scolastici, scuole professionali, università ed enti locali, sotto forma di fondazioni di partecipazione, per rispondere ai bisogni concreti delle imprese. Una buona metà della docenza viene svolta da esperti del mondo industriale e professionale e sono previste sulle 800 ore di tirocinio (il 30% del totale).
A farla da padrona è l’area «Nuove tecnologie per il made in Italy», con 34 istituti tra sistema agroalimentare, meccanica, moda, servizi alle imprese e sistema casa. Segue l’area mobilità sostenibile (17), efficienza energetica (13), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turismo (12), tecnologie dell’informazione e della comunicazione (10) e nuove tecnologie della vita (7).
Dei 97 percorsi monitorati nel rapporto del Miur sul biennio 20142015 a un anno dalla conclusione, quasi la metà riguarda l’area industriale del made inltaly, cui sono collegate le due figure professionali più richieste: il tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici (la disciplina che integra meccanica, elettronica, elettrotecnica e informatica per l’automazione e la robotica) e il tecnico superiore per l’innovazione dei processi e prodotti meccanici. La terza figura più gettonata è il tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci dell’area mobilità (20% dei percorsi).
La prima azione del Miur per avere supertecnici dell’industria a.o è un progetto pilota nazionale che coinvolge 6 Its di cui 2 meccatronici: l’Its Umbria e il Maker di Bologna. Il progetto, presentato in aprile, costituisce un modello didattico applicativo al quale si ispireranno le nuove accademie tecniche per la diffusione delle competenze digitali nell’ottica di un approccio al lavoro integrato e connesso.
«Il Piano Calenda dà fiducia e conferma l’efficacia di un sistema di forte collaborazione e interazione tra alta formazione e imprese orientate all’innovazione tecnologica
commenta Nicola Modugno, coordinatore della Rete degli istituti meccatronici in Italia . Tutta la Rete è impegnata in questi progetti, dalla robotica degli Its di Vicenza e Milano ai sistemi di automazione dell’Its di Lanciano.
In particolare, l’Its Umbria ha mappato le 16 aziende locali che hanno già adottato soluzioni di industria 4.o. dall’aerospaziale all’automotive, ed è emerso uno scambio virtuoso tra formazione specialistica, ricerca e applicazioni industriali, secondo un modello facilmente replicabile in altri territori con le medesime caratteristiche di rete.»
Intanto, in attesa dei fondi aggiuntivi previsti dal Piano Industria4.o, Regioni e Fondazioni Its si attrezzano per aumentare la disponibilità di competenze. La Lombardia, per esempio, non si limita a garantire il 30% dell’investimento pubblico del Miur, ma ha invertito le proporzioni con una partecipazione crescente che arriverà per la prossima annualità a 5,8 milioni di euro su 8 milioni complessivi. Questo si traduce innumeri importanti: la maggiore concentrazione di lts in una sola regione, 43 percorsi rappresentativi di ogni area tecnologica, 20 fondazioni, continuità dei percorsi e nuovi corsi e fondazioni nelle aree ancora non coperte, come Sondrio, Lecco e Mantova.
Proprio a Lecco, l’Istituto meccatronicolombardo lancerà a settembre uno dei due nuovi percorsi caldeggiati dalle organizzazioni industriali territoriali (l’altro a Brescia)e già da quest’anno ha introdotto a Milano un terzo corso sui sistemi meccatronici autoferrotranviari, finanziato da Assolombarda attraverso il contributo della Fondazione Jp Morgan, che si aggiunge ai due meccatronici industriali di Milano e Bergamo. In particolare, il secondo anno di questo nuovo percorso si svolgerà in azienda come apprendistato di alta formazione e ricerca. In parallelo Jp Morgan promuoverà una indagine per verificare il vantaggio economico per le aziende di assumere con questa forma di apprendistato applicato agli Its. Da settembre sarà anche possibile frequentare il biennio di alta specializzazione senza aver conseguito il diploma, ma a seguito dei corsi regionali Ifts, rinforzando la filiera formativa professionalizzante.
L’lts aerospazio e meccatronica piemontese, invece, con il 100% di occupazione dei suoi diplomati a Torino, Novara e Fossano, per rispondere all’eccesso di domanda sta valutando di inserire in parallelo ai corsi finanziati nuovi corsi che prevedano una piccola retta, oltre a nuovi laboratori per l’industria 4.0 e a un’offerta formativa ad hoc per chi è già in azienda.
[fonte Il Sole 24 Ore – 23 Maggio 2017]