Tre quarti delle aziende a livello mondiale non riescono a poteggere gli asset più importanti. Il nostro paese ha una buona performance quasi nel 30% degli ambiti analizzati dalla società di sicurezza informatica. Paolo Dal Cin”ecco cosa dovrebbe essere fatto nel breve periodo”
A livello globale la spesa per la sicurezza informatica nel 2015 è stata di 84 miliardi di dollari, valore che per glì analisti è destinato a crescere fino a 125 miliardi di dollari entro il 2020. Secondo una recente indagine Accenture, la cybersecurity è all’attenzione del board aziendale per oltre il 70% delle aziende intervistate, sia per il suo impatto in termini finanziari che per le ricadute in termini di cultura aziendale. Se da un lato le performance in termini di sicurezza informatica negli ultimi anni sono migliorate, dall’altro il cybercrime si sta evolvendo più velocemente di quanto le aziende non riescano a fare e sta diventando sempre più aggressivo e organizzato.
Per misurare l’efficacia delle attuali misure di sicurezza informatica e l’adeguatezza degli investimenti in essere, Accenture Security, ha coinvolto 2.000 professionisti in questo campo, in rappresentanza di aziende con un fatturato annuo di almeno un miliardo di dollari. L’analisi rivela che, a fronte dell’aumento della frequenza e della portata dei cyberattacchi, quasi i tre quarti delle aziende (73%) a livello globale non riescono a identificare e proteggere al meglio i propri processi e gli asset aziendali più importanti. A livello globale, l’azienda media dimostra di essere preparata solo in 11 dei 33 ambiti di cybersecurity analizzati e Solo il 9% delle aziende rivela performance elevate in più di 25 ambiti.
L’Italia si colloca in undicesima posizione, prima di Norvegia, Germania, Australia e Spagna, rivelando aziende con buone performance nel 29% degli ambiti analizzati (10 su 33 ).
Secondo Paolo Dal Cin, Managing Director, Accenture Security Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia, “sebbene negli ultimi anni le aziende abbiano potenziato la propria sicurezza, il loro progresso in questo senso non è andato di pari passo con il grado di sofisticatezza raggiunto da hacker. Secondo il nostro indice, le aziende italiane in particolare sono molto in difficoltà nell’identificare in via preventiva gli elementi aziendali maggiormente sensibili ai cyberattack e nel proteggere in modo efficace l’intero ecosistema aziendale nelle aree di interazione con terze parti”.
“Le tecnologie e le metodologie per proteggersi dal cybercrime sono disponibili ed efficaci e includono oggi anche soluzioni di analisi predittiva basata su artificial intelligence applicata alla cybersecurity spiega Dal Cin Spesso i veri nemici sul fronte della difesa cibernetica sono un incauto senso di sicurezza delle aziende o la loro scarsa capacità di capire dove e come intervenire. In mancanza di misure adeguate, il rischio è di subire danni che portano con sé grosse ripercussioni su competitività e su fiducia nel proprio brand”
[Fonte: La Repubblica 10 aprile 2017]