Il processo amministrativo telematico, che ha debuttato il 1°gennaio inizia a prendere le misure. Almeno il 98% degli atti spediti dagli avvocati in modalità digitale va a buon fine, come è stato rilevato ieri durante l’assemblea nazionale dell’Una (Unione degli avvocati amministrativisti) che si è tenuta al Consiglio di Stato.
A rasserenare gli animi circa l’operatività del Pat sono non solo i numeri, ma anche l’apertura fatta dalla Quarta sezione del Consiglio di Stato con la recente sentenza 1541. I giudici hanno affrontato la questione se il ricorso depositato dopo il 1° gennaio 2017 solo in forma cartacea si debba considerare inesistente; in altre parole, se con il processo telematico il contenzioso su carta sia «irreversibilmente e totalmente scomparso», tesi propugnata da alcuni Tar. Secondo la Quarta sezione, il Pat ha per ora carattere sperimentale e, dunque, ci sono i margini per regolarizzare
un ricorso solo cartaceo.
Come ha sottolineato il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, intervenendo all’assemblea dell’Una, «stiamo vivendo una nuova stagione della giustizia amministrativa», che oltre al Pat è data anche dal provvedimento sulla sinteticità degli atti del processo, atto operativo da alcuni mesi e che sarà oggetto di verifica insieme agli avvocati.
All’orizzonte c’è anche un’altra novità, illustrata ieri da Umberto Fantigrossi, presidente dell’Una. E il disegno di legge di riforma della giustizia amministrativa che l’Una sta mettendo a punto e che si muove su quattro direttrici: l’introduzione, in alcune materie, del giudice monocratico; l’uso della mediazione per il contenzioso in cui è causala pubblica amministrazione; l’istituzione dei
consigli giudiziari; il ridimensionamento delle competenze del Tar Lazio.
[Fonte: Il Sole 24 Ore – 7 Aprile 2017]